Quale donna, ragazza e forse bambina camminando per strada da sola non si è sentita gli occhi addosso invadenti di un uomo? Quella sensazione costante di paura e di fragilità. Un movimento partito dagli Stati Uniti e ora arrivato anche in Italia vuole sollevare il problema delle molestie in strada. Si chiama Hollaback, e sul sito http://italia.ihollaback.org/home/ sta raccogliendo le storie. Sono storie in cui ci si può facilmente identificare. Purtroppo essere donna, vuol dire anche doversi sentire deboli e indifese. Con Hollaback possiamo sentirci meno sole…ma quali soluzioni si possono adottare per combattere il problema?
Offertona alla fermata della 90 a Milano
Rientravo da casa di un’amica, aspettavo la 90 per far due fermate e andar a casa per studiare. Erano circa le 22, avevo i miei cuffioni, le mie canzoncine indie alle orecchie e la sigaretta in mano. Vedo avvicinarsi un uomo sulla trentina, mi fa dei gesti strani. Penso subito che voglia chiedermi una sigaretta in cambio. Faccio per dargliela, e lui fa “No, no” con il dito, e, sempre a gesti, mi chiede di togliere le cuffie. “Vorrà un’informazione”, penso. Continua a leggere su Hollaback
Francesca, 16 anni
Io di brutte storie di questo genere, nonostante abbia appena 16 anni ne ho subite parecchie.
Le più brutte sono state due che penso non dimenticherò mai per tutta la vita.
Premetto che io ho cominciato a svilupparmi a 13 anni, a 14 anni avevo già le fattezze di una ragazza più cresciuta.
Quindi, estate del 2010, stavo percorrendo una strada a piedi di 4 km, sembrava non arrivare mai la fine, non riuscivo a capire come potesse essere così lunga, mi sembrava infinita, tra i clacson e i fischi che mi arrivavano dalle macchine. Continua a leggere su Hollaback
La storia di Michela Murgia: “Quella volta che ho fatto il drag king”
Cinque anni fa a Roma ho partecipato a un laboratorio di drag king organizzato da una chiesa evangelica nell’ambito di un campo scuola per gay e transgender cristiani. Il drag king è una persona di sesso femminile che si sottopone a ore di trucco e travestimento per arrivare a ottenere un aspetto che la avvicini il più possibile a quello di un uomo. Gli scopi possono essere molti: il piacere di stupire, la voglia di esibirsi a uno spettacolo specifico con musiche, balli e canti, ma anche solo esprimersi diversamente per un giorno nella vita, magari andando a fare la spesa. Non è una cosa facile da fare: ci vogliono ore, esperienza, aiuto e moltissima pazienza: il risultato è realistico, non enfatico come la femminilità delle drag queen. Continua a leggere su Hollaback
Chiara: “perché non posso camminare tranquilla per le strada senza dover pensare che ogni persona che mi segue sia un potenziale molestatore?
Tornavo dal lavoro, erano le 8 di sera, era buio e pioveva. Nel brevissimo tratto a piedi dalla metro a casa incrocio diverse persone che vanno nella direzione opposta, tra cui uno che mi sembra rallentare quando mi vede. Non ci faccio molto caso.
Davanti al portone di casa, mentro sto girando la chiave nella serratura, mi trovo di fianco un uomo anonimo sulla trentina, che mi guarda come se volesse entrare dopo di me. Immagino che abiti nello stesso palazzo – non conosco quasi nessuno dei condomini – e lo faccio entrare. Vado in ascensore, e lui entra con me anche lì; l’ascensore è molto piccolo, ci stanno a malapena due persone. Gli chiedo a che piano va, e lui dice: “l’ultimo”. Schiaccio il pulsante, ma il panico mi assale subito quando realizzo che all’ultimo piano abito solo io. Nella mansarda sopra di me abita un signore anziano che conosco di persona. Nel panico, guardo davanti a me e cerco di capire cosa fare. Lui mi guarda e dice: “che belle gambe che hai, sono sexy, le voglio toccare”. (avevo una gonna con delle calze spessissime nere). Io gli dico: “è chiaro che non abiti qui. Continua a leggere su Hollaback
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