WOMAN's JOURNAL

L’amore in webcam. Una mostra di Donatella D’angelo

di Valeria Vaccari

Il 14 febbraio Donatella D’Angelo ha presentato a Milano, presso lo spazio Winters Hair Concept di via Lecco 2, un progetto fotografico che farà discutere per il tema scottante: l’amore in webcam. Intitolata La carne chiede coraggio in cambio di fede, la mostra è curata da Q Connection e sarà aperta fino al 16 marzo. Da molti anni D’Angelo lavora sul tema del nudo, attraverso la pittura, il collage e l’elaborazione digitale. Donne sirene, donne angelo, particolari del corpo prendono vita attraverso il bianco e nero o il colore. Con una buona dose di ironia e autoironia.

Negli ultimi dieci anni, in Italia abbiamo assistito al diffondersi delle video chat, dei siti pornografici gratuiti e a pagamento che promettono attraverso il filtro dello schermo l’accesso a contenuti allettanti e provocatori. La velocità di veicolazione delle immagini attraverso internet ha cambiato completamente le leggi del desiderio, le regole dell’attesa e la soddisfazione sessuale, anche all’interno della coppia. Chiunque può postare un video erotico amatoriale, condividerlo sui social network, spedirlo via mail alla persona amata.

E se qualcuno di noi trovasse il suo compagno o la sua compagna, in una chat erotica? Cosa spinge queste ragazze a spogliarsi davanti ad una webcam, nell’intimità della loro casa, di fronte ad un pubblico pagante? Cosa le induce a travestirsi, a mostrarsi in mezzo ai peluche, a ostentare tatuaggi o impugnare giocattoli erotici? Esibizionismo, bisogno di soldi, costrizione? Potere o impotenza?

Donatella D’Angelo fotografa lo schermo dal quale le ragazze ammiccano al cliente, chattano interagendo con lui, in una pantomima irreale e fasulla. Ma chi sono i frequentatori di queste chat? Da dietro una scrivania, dopo l’orario di lavoro gli uomini accedono a questo universo parallelo, celandosi con un nickname e condividendo questa escalation erotica. Sono professionisti, studenti, pensionati, single di lungo corso, o semplici curiosi (informazioni da Psicolinea). Donatella documenta la quotidianità di certi gesti, il sottile menefreghismo di queste ragazze che mentre si spogliano cucinano, ascoltano la musica, fumano una sigaretta come se fossero completamente estraniate da quello che stanno facendo.

Nelle interviste, le webcam girls dichiarano di vendere la propria immagine, un’immagine esposta e fasulla. Come una sorta di schizofrenia, di sdoppiamento. Sono certe che questo lavoro non abbia cambiato la loro percezione del sé, è un modo semplice e quasi indolore di guadagnare soldi. Tuttavia viene da chiedersi se sia moralmente lecito vendere il proprio corpo online, se il mercato della pornografia non si sia impadronito di certe pulsioni umane per trarne profitto. Viene altresì da domandarsi quanta solitudine ci sia dietro coloro che le frequentano, se non rischi di diventare un’ossessione compulsiva che li estranei completamente dal mondo fatto di donne in carne ed ossa. Oppure è solamente un gioco di ruolo, nel quale non è chiaro chi sia la vittima e chi il carnefice?

L’artista non esprime giudizi, vuole documentare una realtà. Fotografa l’atteggiamento, la comunicazione non verbale, la dimensione estetica. L’immagine viva porta a riflettere, a porsi delle domande, più che a scandalizzarsi. E attenzione perché dietro ad ogni spettatrice o spettatore della mostra, può esserci una webcam…

Donatella D’Angelo, nata a Milano, è docente di Packaging Design alla Fondazione Accademia di Comunicazione a Milano. Arrivata all’arte passando dalle lingue, negli anni ’80 ha lavorato per diversi studi grafici. Più di recente ha iniziato numerose collaborazioni freelance nelle arti visive, nella scrittura e nella comunicazione. Ha illustrato libri e manuali, organizzato laboratori creativi per bambini delle scuole elementari, ragazzi delle medie e adulti. Negli ultimi anni ha intrapreso un lavoro di ricerca fotografica personale e autobiografica che ha come soggetto principale il corpo e l’identità.

 

Foto: Donatella D’angelo.

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Sosteniamo la candidatura di Lorella Zanardo al Cda Rai

Anche Woman’s Journal sostiene la candidatura di Lorella Zanardo al Consiglio di amministrazione della Rai. Una candidatura proposta dai cittadini, insieme a quella di altri professionisti – da Milena Gabanelli a Concita De Gregorio –, in seguito all’appello di MoveOn Italia, sostenuto da Articolo21 e da numerose personalità e associazioni.

Lorella Zanardo è blogger, autrice del celebre documentario Il corpo delle donne, ideatrice del progetto educativo Nuovi occhi per la tv e ha una lunga esperienza come manager, maturata soprattutto all’estero.

Il web è in fermento. Segnaliamo il sostegno di Giovanna Cosenza, Loredana Lipperini, Marina Terragni, Giorgia Vezzoli. Per discuterne su Twitter l’hashtag è #zanardoinrai.

Foto: ilcorpodelledonne.net

 

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Cyberbullying

di Gaia Nina Marano

Il bullismo è un fenomeno risalente che prolifera, per lo più, all’interno dei gruppi, coinvolgendo persone appartenenti alla stessa categoria sociale (commilitoni, compagni di classe, compagni di squadra etc.). Il cosiddetto “bullo”, diversamente da altre figure criminali, non agisce per far soffrire, ma per rafforzare la propria autostima e confermare la leadership all’interno del gruppo.

Oggi anche il bullismo si è adeguato ai tempi, andando ben oltre i classici “dispetti” tra compagni di scuola. Il bullo del 2012, infatti, ha dalla sua non solo la forza dei compagni che lo sostengono nel compimento delle bravate, ma anche l’anonimato ed il potere della tecnologia.

Chi perpetra atti gravi di bullismo, mediante l’ausilio di internet e delle sue interfacce (quali Facebook, Msn, Twitter o Youtube), commette quello che viene chiamato “cyberbullismo”, un fenomeno tristemente noto agli adolescenti dei nostri tempi. Leggi il seguito di questo post »

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Emma vince il festival di Sanremo, il suo intervento a Se non le donne chi?

È la vincitrice del festival di Sanremo 2012, in finale con Arisa e Noemi. Tre donne giovani e di carattere.

Qui vi riproponiamo Emma e il suo discorso dell’11 dicembre scorso durante la manifestazione in piazza del Popolo a Roma, “Se non le donne chi?”.

Racconta degli inizi, quando per il suo sogno prendeva i treni della notte per arrivare a Roma da un paesino della Puglia, quando lavorava in nero per 300 euro e 10 ore di lavoro. “I soldi sono importanti ma bisogna saperli usare, ancora oggi aiuto la mia famiglia a pagare il mutuo”. “Non sono lo stereotipo che vuole che le donne della tv siano tutte banali. Devono smettere di giudicarci solo dalla tv” dice, e conclude: “Se si vuole qualcosa bisogna trovare il coraggio di andarsela a prendere”.

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“La Rai non rispetta gli impegni”, il comitato Donne e Media alla Commissione di vigilanza

Dopo la mobilitazione in rete con migliaia di click su Youtube e di firme raccolte con l’appello promosso dall’associazione Pulitzer (e appoggiato da molti gruppi tra cui Woman’s Journal) anche il Comitato “Appello donne e media” chiede conto del comportamento della Rai, questa volta alla Commissione parlamentare di vigilanza in una lettera rivolta al suo presidente (leggi la lettera all’Onorevole Sergio Zavoli sul sito Donne della realtà).

Il Comitato è stato il primo a chiedere ai dirigenti dell’emittente pubblica, una maggiore e migliore rappresentanza femminile in tv, e a promuovere la modifica del contratto di servizio (firmato ogni tre anni dalla Rai con il Ministero delle telecomunicazioni, chiarisce le attività che la Rai deve svolgere per per assolvere il compito di servizio pubblico, e regola le tipologie di programmi, deginendo obiettivi e parametri di qualità del servizio).

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Woman’s Journal sostiene l’appello alla Rai per la dignità delle donne


Woman’s Journal ha subito sottoscritto l’appello dell‘associazione Pulitzer per chiedere chiarimenti in merito al servizio andato in onda sul Tg1 “la donna del festival” (leggi l’articolo). In pochi giorni, l’appello è stato firmato da 3mila persone e il video ha raggiunto 62mila visualizzazioni su Youtube.

Ad oggi però, non c’è stata alcuna presa di posizione della direzione della Rai, come richiesto dai firmatari. L’autore, invece, il giornalista Vincenzo Mollica ha affermato:“nessuna intenzione da parte del TG1 e mia personale di offendere le donne”. L’associazione Pulitzer, insieme ai gruppi che hanno deciso di sottoscrivere l’appello rilanciano la raccolta firme, con l’obiettivo di arrivare a 5000 firme e sollecitano una risposta ufficiale da Viale Mazzini.

COMUNICATO STAMPA

Cinquemila firme per la dignità delle donne: parte l’ultimo lancio dell’appello alla Direttrice generale della RAI

Nato e cresciuto in rete, dal basso l’appello alla Direttrice generale della RAI Lorenza Lei per il servizio del TG1 sulla “Donna dell’Ariston” ha raccolto in pochi giorni 3.300 firme. Il video del servizio pubblicato sul canale “Donne e Media” di youtube ha avuto 62.000 visualizzazioni.

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“Vogliamo le scuse della Rai” le femministe contro la tv di Stato

Potere della rete e delle donne che in rete si incontrano e mobilitano. Un video (in alto) con il servizio del Tg1 su Sanremo, prima indigna e poi scatena la ribellione tra coloro che sono attente alla rappresentazione femminile sui media italiane, convinte che sia la “cifra”, la misura, del grado di libertà e parità che si respira nel Paese. Così, prima parte il mailbombing nei confronti dei giornalisti Rai che hanno confezionato il servizio e adesso, l’associazione Pulitzer, per la difesa della libertà di stampa, scrive alla direttrice della Rai Lorenza Lei, affinché prenda posizione contro il servizio e obblighi i giornalisti a scusarsi.

La lettera:

Gentile Direttrice generale della RAI Lorenza Lei,

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Cosa rimane dell’iniziativa #2eurox10leggi, intervista alle promotrici

Probabilmente alcune di voi ne hanno sentito parlare (i giornali e la rete ne hanno scritto e molto), numerose avranno anche sottoscritto le quote. In questo blog abbiamo ospitato il banner dell’iniziativa perché l’abbiamo da subito considerata, per i modi e i fini, lodevole. Però #2eurox10leggi si è concluso senza che si raggiungesse il “quorum”, ovvero quel numero di sottoscrizioni che avrebbe assicurato la somma necessaria a comprare una pagina del Corriere della Sera per pubblicare le 10 leggi a favore delle donne, obiettivo per cui era nata la pagina web e che ci si riprometteva di raggiungere entro il 2011. Chiariamo che #2eurox10leggi non aveva nulla a che vedere con l’iniziativa della francese Choisir la cause de femmes, che sta avendo una certa pubblicità in Italia grazie all’Idv che ha deciso di organizzare una serie di interventi per promuovere la “clausola dell’europea più favorita”.

Ma torniamo a #2eurox10leggi. Abbiamo deciso di intervistare una delle promotrici, Manuela Mimosa Ravasio, giornalista, che ci racconta che tipo di esperienza è stata e perché è valsa la pena provarci, nonostante l’obiettivo fosse più che ambizioso. (Se vuoi leggere com’è nata l’iniziativa e perché leggi qui).

Come si è conclusa l’esperienza #2europer10leggi?

Alla fine le quote prenotate sono state 2.599, corrispondenti a quasi 5.200 euro. Un bel numero, e certo sapevamo che raggiungere le 12500 quote era un’impresa titanica. Ma, subito dopo l’apertura del blog e l’avvio dell’iniziativa, ci siamo accorte che chi aderiva a #2eurox10leggi raccoglieva più che una semplice provocazione, l’acquisto di una pagina di un quotidiano. Chi aderiva a voleva partecipare, provare ad avere un contatto diretto con la politica e accellerarne i processi.

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Un blog collettivo per condividere, approfondire, discutere delle donne, del femminile e del maschile. Siamo anche un motore di ricerca dove trovare collegamenti a gruppi femminili, istituzioni, consultori, ong, centri di ricerca che operano in Italia e all'estero e che si occupano di genere. Qui, le donne sono protagoniste e possono sentirsi a casa. Per segnalazioni e collaborazioni: redazionewj@gmail.com

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