WOMAN's JOURNAL

Caro rettore, ci restituisca il corso in Storia delle donne

di Eleonora Ingrassia

All’Università di Torino le lezioni sono terminate in vista della sessione di esami estiva. Si è concluso anche il Seminario Interdisciplinare di Studi di Genere: non un corso istituzionale, ma un seminario auto-organizzato dal collettivo Altereva. Nella lunga giornata finale, il 31 maggio scorso, è stata presentata ufficialmente la petizione che chiede “il ripristino del corso di storia delle donne e un impegno di lungo termine nell’attivazione di programmi di gender studies, dottorati, master o attività analoghe all’interno delle facoltà”.

La petizione si rivolge al rettore Ezio Pelizzetti, all’assessora comunale all’Istruzione Maria Grazia Pellerino e all’assessore regionale all’Istruzione, sport e turismo Alberto Cirio. Le studentesse e gli studenti di Altereva, che ha organizzato il seminario, del valore di tre crediti formativi, con il patrocinio del Cirsde (Centro di ricerca interdipartimentale di studi delle donne), ritengono che la mancata istituzione di un corso su tematiche di genere sia una scelta politica che ostacola la formazione di “una cultura trasversale e libera”. Fino a qualche anno fa, infatti, l’ateneo di Torino organizzava un corso in Storia delle donne e di genere, ma all’insediamento in Regione dell’ultima commissione pari opportunità i finanziamenti (6.000 euro) non sono più stati erogati.

I circa cento iscritti al corso hanno seguito, a partire da marzo, le lezioni dei docenti invitati, confrontandosi infine nella plenaria del 31 maggio dal titolo Profili di genere: un’analisi multidisciplinare. Nel corso della giornata si è discusso di femminismo, di donne, famiglia, welfare e lavoro, di corpo e riproduzione, di rappresentazione delle donne e di famiglie omogenitoriali. Tra i rappresentanti delle associazioni presenti, Monica Lanfranco – direttrice della rivista Marea e fondatrice di Altradimora – ha colto l’occasione per affermare la necessità di riflettere sul potere, dimenticandolo come “sostantivo assoluto” e recuperandolo come verbo perché dia forza all’azione che scegliamo di compiere.

Foto: Stock.Xchng

 

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