Piovono compatte le critiche di Cgil e Pd sulla decisione dell’Ausl di Modena di negare l’assunzione di una operatrice socio sanitaria in stato di gravidanza per “l’incompatibilità attestata dal medico competente”. Nonostante avesse già acquisito in graduatoria il diritto a un incarico a tempo determinato, la lavoratrice si è vista soffiare il posto per quell’unica ragione: nel frattempo essere rimasta incinta.
Nove ore dopo la denuncia pubblica, l’Ausl di Modena ha ‘partorito’ una nota con cui cercava di trovare una giustificazione: “La decisione è la conseguenza della totale incompatibilità, certificata dal medico competente, tra la posizione che la signora dovrebbe andare a ricoprire e il suo stato di gravidanza. Tra i compiti che sono chiamati a svolgere gli operatori socio sanitari vi è il lavoro notturno, lo svolgimento di lavori faticosi, come lo spostamento manuale di pesi.
Va aggiunto che nella stragrande maggioranza dei casi l’attività è svolta rimanendo in piedi per ore – prosegue il comunicato dell’azienda sanitaria – in luoghi a rischio biologico, sia per la madre che per il nascituro, come ad esempio negli ospedali, luogo quest’ultimo al quale era destinata. Infine, va precisato che la signora rimarrà comunque nella graduatoria e potrà quindi continuare ad aspirare alla posizione, inserimento a tempo determinato, quando le sue condizioni saranno nuovamente compatibili con l’incarico di operatore socio sanitario”.
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[…] la pubblicazione della notizia della donna scartata da un’azienda sanitaria locale perché incinta, nonostante avesse vinto il concorso per un posto come assistente socio sanitaria (ass), ci è […]
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